Parole che rovesciano i nostri abituali criteri, ci sfidando e ci sfuggono: sono le beatitudini. Gesù che ha a cuore la nostra felicità, ma ci invita a guardarla e cercarla da un'altra prospettiva: non quando sei sazio, saturo, tranquillo e con i pezzi della vita tutti a posto sarai felice, ma quando nelle esperienze di vuoto, di limite e di mancanza non resterai vittima della rassegnazione. E allora, quella povertà, crea uno spazio vuoto dentro di te e ti apri al desiderio di cercare ancora, alla relazione con Dio e con gli altri. Perché felicità non è possedere, ma camminare. Non è avere, ma desiderare.